Nel fine settimana del 9 e 10 novembre, la Capitale ha ospitato ben due fiere dell'alta fedeltà molto vicine tra loro, il Roma Hi-Fidelity e il Gran Galà dell'Alta Fedeltà, a circa sei minuti di macchina. Nel reportage il giudizio di Gian Piero Matarazzo sulla maggioranza delle sale suonanti.
Nel fine settimanadel 9 e 10 novembre, la Capitale ha ospitato ben due fiere dell'alta fedeltà moltovicine tra loro, il Roma hi-fidelity organizzato da Stefano Zaini all'interno delMercure Roma West e il Gran Galà dell'Alta Fedeltà di Roma organizzato da Giulio Cesare Ricci all'interno dell'hotelSheraton 3. I due hotel si trovano a 6 km di distanzae nel più classico dei week-end romani senza traffico ci vogliono poco più di 5 minuti per spostarsi tra i due eventi.
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Molti si chiederanno come mai due fiere nella stessa città e per di più negli stessi giorni. Quello che posso dirvi è che le date del Gran Galà sono state comunicate l'anno scorso ed è stato invece Zaini a "scegliere" di sovrapporsi. Sembra però che Zaini non avesse altra scelta poiché l'hotel Mercure Roma West aveva la disponibilità totale di tutto il centro congressi e le sale al piano superiore soltanto in quel preciso weekend.
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La concomitanza non lascia alternativa ai rivenditori che devono scegliere solo una delle due fiere.Se ci fossero almeno due settimane di distanza tra i due appuntamenti, è probabile che qualche operatore potrebbe scegliere di presenziare ad entrambe, magari con prodotti diversi. Per quelli come me che sono venuti in macchina è stato come prendere i classici "due piccioni con una sola fava". Voi cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti...
SOMMARIO
- Roma hi-fidelity: introduzione
- HiFi Di Prinzio
- Yamaha, VREL, Audioplus, Audio Reference
- Luxury, Tecnofuturo, Audio Analogue
- Indiana Line,Chario, TSOFT
- Axiomedia, Silence Lab, DSZ
- MCM Audio,MatAlien,Donzelli HiFi
- Entertainment Machine e Audio Natali
- Conclusioni Roma hi-fidelity
- Gran Galà di Roma: introduzione
- Marantz Italy
- Green Sounds
- StereoSan
- Centro Musicale, Capecci, CVS
- Audio Lai,Fabers Cable, Lahò,AGD
- Conclusioni Gran Galà di Roma
Roma hi-fidelity: introduzione
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Ho sempre sostenuto che alle fiere di impianti ad alta fedeltà non si va per esprimere pareri granitici e certi, ma si va per prendere un minimo di confidenza con le realizzazioni, con il credo dei vari progettisti e per definire, a spanne, la resa totale dell’impianto. Questa convinzione, in vero condivisa da pochi, ha a che vedere con le condizioni spesso precarie delle sale di ascolto, che sono disponibili soltanto il giorno prima, rigorosamente vuote.
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Chi ha partecipato ad una fiera come espositore sa perfettamente di che sto parlando. Contribuisce a questa incertezza di valutazione anche la riproduzione di brani spesso sconosciuti.Il pubblico degli audiofili intervenuti, davvero molto numeroso,ha dato il peggio di sé, tanto che per giudicare alcune salette sono andato all’ora di pranzo, quando gli altri erano seduti a tavola nel ristorante dello stesso Mercure Roma West, un centro congressi posto a pochissima distanza dal raccordo anulare, in zona sud.
HiFi Di Prinzio
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Al piano -1 ci sono le salette più ampie ed importanti, anche se quasi tutte terminate su una parete a vetri, almeno quelle poste sul lato destro. Tutti si sono impegnati ad ottimizzare lo spazio a disposizione, con risultati in vero abbastanza buoni. Di fronte alla scalinata di discesa mi trovo di fronte all’affollatissima mega-sala di Mino di Prinzio. In esposizione ci sono due sistemi: uno è il “diffusorone” di Mino, ovvero l’Extrema Voice di colore bianco che pur con qualche leggera modifica è quello che ho visto e sentito anche in altre occasioni.
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L’altro, posto sulla sinistra della grossa sala, è riproduce musica grazie ad una coppia di diffusori da pavimento della QLN, un marchio che in Italia è poco conosciuto, proveniente dalla Svezia, ma ben stimato nel resto del mondo. Si tratta di una casa fondata nel 1977 che presenta diverse caratteristiche molto particolari concentrate nell’ingegnerizzazione del cabinet e nella riduzione sistematica delle colorazioni interne.Il marchio è presente con un diffusore da stand ed uno da pavimento, che poi è quello che ho potuto ascoltare. Notevole, nonostante il posizionamento asimmetrico rispetto alle pareti.Buona la timbrica e buona la scena ricreata pur in queste particolari condizioni. Prezzo ovviamente esageratamente alto.
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Il sistema grande e certamente più appariscente è quello realizzato da Mino in persona. Nel tempo è stato sostituito il woofer, che adesso è un Focal con la membrana che utilizza la tecnologia a “doppio vetro”, lo stesso che equipaggia le Utopia del costruttore francese. Medio JBL caricato con a tromba mentre il tweeter è il relativamente nuovo Fostex T 500, un componente che non amo e che ho sempre trovato eccessivamente aggressivo in gamma altissima. Il sistema è multiamplificato, col solo tweeter che è filtrato passivamente grazie ad un unico pregiatissimo condensatore. La prestazione nel suo insieme è omogenea e la scena corretta, con un buon senso di profondità, almeno con i brani ascoltati.
Yamaha, VREL, Audioplus
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La saletta allestita dalla Yamaha è stata presa d’assalto dai visitatori pur con una certa educazione ed un discreto silenzio. L’impianto dalla mia posizione di ascolto ha fornito comunque una prestazione in perfetta linea con la mia personale considerazione per questo marchio: un suono pulito, una scena abbastanza credibile ed una gamma bassa non esagerata ma ben smorzata.
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Vi ricordo che il mio "supertest" con misure delle belle book-shelf Yamaha NS 800A è a questo indirizzo.Ho saltato a piè pari la sala VREL Electroacoustic perché nonostante abbia provato a più riprese di ascoltare le Bequadroche tanto mi avevano impressionato nell'edizione dello scorso anno, sono sempre stato sopraffatto dal rumore di persone e dimostratori che parlavano ad alta voce. Non credo sia questa la maniera per far apprezzare al meglio i propri diffusori.
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La saletta di Audioplus è stata allestita con una certa cura e soprattutto con i diffusori Marten Coltrane Quintet, posizionati con una certa intelligenza con elettroniche Soulution e sorgenti analogiche e digitali di fascia molto alta. Timbrica estremamente corretta ed uno stage notevole. Qualità che si traducono in una resa poco affaticante e molto ben amalgamata. Probabilmente la miglior saletta di tutta la mostra e con il prezzo complessivo sicuramente più elevato in assoluto.
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Nella sala di Audio Reference ho ascoltato idiffusori Rockport che erano molto lineari timbricamente, con un disegno dello stage molto corretto ed una buona dinamica. Non conosco il prezzo ma tutta l'ottimizzazione della sala era notevole.
Luxury, Tecnofuturo, Audio Analogue
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Di fronte c’era la sala del Luxury Group di Scauzillo. Niente Estelon mostruose (il mio test delle Estelon Extreme MKII è a questo indirizzo)o Raidho strette ed alte: erano messe a suonare le francesi Revival Audio con i tre modelli della serie Atalante 3,4 e 5.
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La più piccola da stand mi è piaciuta come del resto a Marco Cicogna che le ha testate all'ascolto in questo articolo, con una timbrica mediamente neutra, una estetica classicheggiante, ed una bella resa spaziale, anche in una saletta da fiera. Credo che questo marchio si farà sentire parecchio nei prossimi tempi.
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La saletta di Tecnofuturo dell’inarrestabile Mauro Battilana esponeva due splendide Burmester. Ho avuto la fortuna, in tempi lontani, di passare un paio d’ore con Mr. Burmester in persona e devo dire che la prestazione nella saletta Tecnofuturo mi è sembrata lontana le classiche mille miglia da quella della fiera di Monaco.
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La saletta era acusticamente "infame" perché asimmetrica anche se lo staff di Battilana ha cercato di correggere al meglio con una serie di pannelli. Se in gamma bassa c’era lo stesso comportamento possente ma docile in gamma alta ed altissima i diffusori mi sono sembrati irriconoscibili, sguaiati peggio di un diffusore a tromba mal progettato. Anche il volume, almeno nelle due o tre volte che sono entrato, mi è sembrato troppo elevato.
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In ultimo la saletta Audio Analogue, che esponeva la nuova Airtech ATS01, un diffusore magnetodinamico supportato in gamma bassa da un woofer da 165 mm. A fronte di una atmosfera inutilmente chiassosa ed al terzo passaggio verso ora di pranzo, ho potuto notare una legatura veramente notevole tra il basso ed il mediobasso, con una pulizia invidiabile ma con una trasparenza ancora, secondo me non perfetta. Probabilmente i brani non erano appropriati per mostrare la classe del diffusore che a me è sembrata, a tratti, veramente notevole.
Indiana Line,Chario, TSOFT
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Al piano intermedio ho notato tre salette interessanti. Di dimensioni simili a quelle del piano superiore ma che nonostante ciò suonavano bene.
La saletta di Indiana Line proponeva un diffusore da pavimento che presentava entrambe le caratteristiche peculiari del marchio: buon suono e prezzo incredibile. Magari un filo di articolazione in più ed una saletta adeguata porterebbero grossi vantaggi alla resa musicale appena confinata dall’ambiente.
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Nella seconda saletta, quella di Chario, ho avuto il piacere di incontrare un vecchio amico e maestro, quel Mario Murace che ha fatto grande l’azienda. Mario ha tenuto, con il suo stile discorsivo e comprensibile, una vera e propria lezione di psicoacustica, una di quelle che lascia molti spunti su cui meditare anche e soprattutto nella progettazione di diffusori di caratteristiche elevate. In questa saletta di dimensioni assolutamente inadeguate per i diffusori storici della Chario, ho notato come la resa fosse molto naturale, con un basso controllato, molto esteso e senza code. Quando si sa dove mettere le mani…
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Infondo a tutto c’era la saletta "TheSound Of The Valve" di Stefano Zaini, patron della mostra. Un registratore a bobine lanciato alla massima velocità di scorrimento passava la musica dei Pink Floyd a cui credo siano legate affettivamente più generazioni di audiofili. Il tutto con una pulizia ed una resa del dettaglio che…mi ha impedito di notare l’impianto. Stavo finalmente ascoltando, abbastanza rapito in verità, la musica riprodotta e non le prestazioni dell’impianto stesso, passate in secondo ordine. Come dovrebbe essere sempre.
Axiomedia, Silence Lab, DSZ
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Al piano superiore, come lecito aspettarsi, gli ambienti sono di dimensioni ridotte, lo spazio a disposizione è drasticamente minore delle salette del piano -1 e la sistemazione dell’impianto e soprattutto dei diffusori diventa più critica. Poco facile in queste condizioni farsi un’idea approfondita dei diffusori, anche se il carattere del diffusore viene fuori con un minimo di chiarezza. Il giudizio che ne potrò trarre è quello che vede uniti assieme tre elementi: le caratteristiche del diffusore, l’ambiente risicato e… la bravura dell’azienda che ha ottimizzato il tutto in ambiente.
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La prima saletta che ho visitato è stata quella di Axiomedia di Gioacchino Ballo, dove era esposto ogni ben di Dio per il pubblico audiofilo. Axiomedia è diventato in pochi anni il maggior distributore di altoparlanti e componentistica per autocostruttori.Secondo me è una di quelle salette da andare a visitare con un buon sacco di tela per rubare tutto quanto. In una prossima vita ci riuscirò.
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Nella saletta Silence Lab mi sono trovato di fronte ad un diffusore di taglio classico, elegante e ben proporzionato. Il posizionamento non era eccezionale ed il woofer reagiva con un basso lungo e poco esteso. Le sibilanti apparivano in disastrosa evidenza mentre vi faccio notare che in questo range di frequenza l’ambiente ed il posizionamento contano poco.
Nella stanza DSZ un discreto rumore di fondo, inteso come persone che parlano, viene appena sopraffatto da due Klipsh Heresy posizionate a terra grazie ai due supporti bassi ed inclinati verso l’alto. Il mediobasso appare del tutto assente, con la gamma bassa appena lunga e poco estesa. La gamma altissima straccia sulle consonanti e la scena non è una gran cosa. Mediocremente diversi questi diffusori rispetto a quelli provati recentemente “in atmosfera controllata”.
MCM Audio,MatAlien,Donzelli HiFi
Nella sala di MCM Audio noto immediatamente la facilità del brano riprodotto, con una scena più che discreta, una buona articolazione ma con le consonanti soffiate che si fanno notare alla grande.
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Nella sala MatAlien il responsabile spiega a due audiofili ad alta voce le caratteristiche di un Mat isolante rendendo quasi inutile l’ascolto del sistema. Peccato perché i diffusori posti a suonare non erano affatto malvagi ed evidenziavano una scena discreta, una timbrica sana anche se appena magra.Nella sala Donzelli HiFi responsabili e visitatori parlano ad alta voce. Sono entrato due volte e dopo pochi secondi sono uscito. Inutile tentare di sentire qualcosa.
Entertainment Machine e Audio Natali
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Alla fine, infondo al corridoio, dopo un paio di salette inspiegabilmente chiuse, eccomi da Entertainment Machine e Audio Natali, che propongono la Wilson Audio Puppy sui suoi supporti naturali per le basse frequenze.
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La saletta era piccola ed affollata, ma la timbrica espressa era notevole, col basso frenato senza code ed una bella scena. Gamma altissima non fastidiosa: quando l’addetto capisce perfettamente cosa e come fare.
Conclusioni Roma hi-fidelity
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Le conclusioni finali, stanti le premesse esposte all’inizio del commento, riguardano relativamente poco i sistemi proposti dagli espositori che comunque si sobbarcano delle spese non indifferenti per essere presenti e che poi sprecano scioccamente il tempo e la location per salutare amici, parlare ad alta voce e muoversi proprio davanti ai diffusori mentre questi stanno suonando. E dovrei aggiungere che non si tratta affatto di impianti economici e poco costosi, anzi! Non farebbe certo male al mercato il proporre impianti dal costo più umano ed abbordabile da quelli più giovani, quelli di una generazione che ci stiamo disastrosamente perdendo.
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Anche il pubblico negli anni è diventato sempre più chiacchierone e rumoroso. Una volta si entrava nelle varie salette in silenzio, quasi con rispetto dell’impianto che stava suonando e non si parlava ad alta voce per esprimere paragoni azzardati ed improbabili tra i vari ascolti.Ma la figura che certamente merita il mio personale commento di audiofilo è quello dell’appassionato che si piazza nella prima fila esattamente al centro, sìe no a due metri dai diffusori. Con uno sguardo a metà rapito dalla musica e metà giudicante.
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Quelli insomma che sentono il verso del cavo e la timbrica ma si perdono bellamente lo stage sonoro, la linearità dinamica, la proporzione ed il rispetto dei vari piani sonori. Ovviamente poi sui forum e sui media esprimono il loro giudizio sprezzante sui diffusori ascoltati. Anzi, più importante e blasonato è il marchio peggiore è il giudizio, lasciando così credere di essere abituati a ben altro.
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Altro elogio ironico va alle musiche scelte per far suonare gli impianti. Tutti brani molto semplici nella stesura e quindi poco impegnativi sia per le elettroniche che per i diffusori. A differenza di Marten e Burmester c’erano soltanto brani privi di dinamica, di impatto sonoro e soprattutto di stage ed articolazione.
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Lo so che passare una grande orchestra in un ambiente di un paio di decine di metri quadri costituisce una vera impresa ma qualcuno ci è riuscito, ed anche bene, a dimostrazione che l’elemento sempre più raro tra quelli che fanno questo mestiere è la passione per la riproduzione musicale.L’unico elogio vero che mi sento di fare è quello rivolto all’organizzatore Stefano Zaini, che vede la sua Roma Hi-Fidelity diventare ogni anno più affollata ed importante.
Gran Galà di Roma: introduzione
Nel Galà di Giulio Cesare Ricci si respira sin dall’ingresso un’aria diversa. Non tantissima gente, una atmosfera meno caotica e soprattutto silenzio e rispetto per l'ascoltatore, visto che dalle salette non usciva nel lungo corridoio quasi niente.
Petra Magoni e Giulio Cesare Ricci
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Notevole, prima del viaggio tra le salette, la presenza di Petra Magoni che ha addirittura cantato, pur senza musica e senza microfono, alcuni passaggi tratti dal suo disco “Musica nuda” prodotto ovviamente dalla Fonè di Ricci. Gran bella voce.
Sabino Zaba e- click per ingrandire -
La domenica il Gran Galà ha ospitato altri due artisti di caratura internazionale: Roberto Gatto ed Enzo Pietropaoli che hanno presentato i relativi progetti musicali. Interessante anche la presentazione del libro sui 100 anni della Radio con l'autore Sabino Zaba. Come sono le sale utilizzate per questa esposizione? Belle, spaziose ed ulteriormente ben trattate da tutte quelle aziende, forse meno blasonate, ma che ci mettono impegno, dedizione e soprattutto passione.
Marantz Italy
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Non potevo non iniziare dalla saletta Marantz che proponeva due diffusori B&W 801 nella versione "Anniversary", una ulteriore evoluzione della quarta edizione e di cui abbiamo parlato in questo articolo.Un bel suono, una gamma media trasparente, forse troppo, ed una gamma altissima mai stridente o aggressiva nonostante la perfida cupola rigida.
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Per il basso della nuova serie 8 del costruttore inglese io ho una mia personale teoria: il basso B&W sembra magro perché non c’è alcuna colorazione nella gamma mediobassa, oltre al fatto che, probabilmente per la cedevolezza contenuta, va pilotata con un amplificatore robusto e potente. Hai voglia allora ad estensione e pressione, capaci di farti sobbalzare dalla sedia solo e soltanto quando la traccia lo impone!
Green Sounds
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Sono entrato subito dopo nella seconda sala gestita da Simone Consoli da Green Sounds. Qui suonavano due Rega Aya, piccole e per di più distanti almeno un metro dalla parete di fondo. Non nego che la prima mia reazione non è stata proprio di allegria, e nemmeno riportabile in questo reportage, ma per esperienza so che nella riproduzione audio le apparenze spesso ingannano. Così mi sono seduto in una posizione favorevole ad ascoltare la musica che veniva fuori dai piccoli diffusori, caratterizzati da un condotto di accordo frontale di notevoli dimensioni.
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Mi sono dovuto immediatamente ricredere, perché credo che nel nostro settore soltanto gli sciocchi non cambiano mai idea. Il diffusore suonava molto bene, con una bella estensione in frequenza, una legatura tra basso e mediobasso notevole ed una fluidità generale molto accattivante. Se aggiungiamo che la scena ricreata era ben valida e che il prezzo di vendita non supera i 1.900 euro abbiamo il quadro completo della situazione. Sono sicuro che questi diffusori si faranno rispettare nei mesi a venire.
StereoSan
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La sala che mi ha favorevolmente stupito è stata quella di di StereoSan. Buon numero di audiofili ma in silenzio, probabilmente attenti alla notevole prestazione del sistema. Il diffusore era composto da una tromba multicellulare realizzata in legno con un supertweeter fissato elasticamente tramite due molle.
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Il carico acustico è costituito da un bass reflex con condotto frontale di buone dimensioni, con un woofer da 15 pollici molto particolare disegnato appositamente, così come il midrange, che riproduce un intervallo di tutto rispetto e ‘confina’ con il Fostex 500, in gamma altissima, che all’ascolto aggiunge soltanto la rifinitura degli armonici.
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Si tratta di un supertweeter che a me non piace, a causa di una certa aggressività ma che su questo diffusore appariva quasi buono. Unica critica? Il mobile del bass reflex era decisamente orrendo (da vedere) e non in linea con l’eleganza delle vie alte. La resa sonora a me è apparsa molto buona, con una timbrica lineare e garbata, senza che la tromba multicellulare tendesse a diventare sguaiata alzando il volume.
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Una particolare menzione va proprio a questa tromba multicellulare, disegnata su richieste precise dei costruttori da Marcus Klug, che per me è stata una vera sorpresa, sia per naturalezza di emissione che per lo stage ricreato. E dire che a me non stavano simpatiche le trombe! I cavi scelti, come ormai accade da anni per un marchio conosciuto in tutto il mondo come Magico, erano i Vyda di Enrico Datti, che si comportano molto bene, specialmente in gamma media e medioalta, dove la trasparenza deve…trasparire senza esitazione.
Centro Musicale, Capecci, CVS
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Anche nella sala di Hi-Fi Centro Musicale ho trovato una eccellente disposizione dei diffusori ed una acustica ben ottimizzata con un trattamento in vero poco appariscente ma efficace. Suonavano le nuove Harbeth SHL 5 plus, attentamente rivisitate dal progettista storico Alan Shaw.
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Si tratta di un due vie più supertweeter dall’aspetto classico e dalla resa acustica eccellente per timbrica, scena e dimensioni dei piani sonori: il suono inglese nella sua migliore accezione.
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La sala della Capecci Audio di Remigio Capecci proponeva un impianto totalmente realizzato in azienda, con il giradischi CVS costruito da Massimo Cives, due elettroniche monofoniche di potenza “al vetro” da ben 100 w, ed un diffusore a tre vie da pavimento. Il cabinet del midrange da 165 mm. E caratterizzato dal non avere pareti parallele tra loro tranne le laterali, silenziate tramite un device interno.
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Notevole la pulizia e l’articolazione raggiunta pur con un leggero effetto loudness che comunque massimizzava la grande pulizia del messaggio sonoro. Buono il basso e garbata la gamma altissima.
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Insomma un diffusore di taglio classico, mai sguaiato, con la non banale nota aggiuntiva che la gamma altissima proveniente dal giradischi Vintage Revival J34 è stato l’unica in entrambe le fiere a presentare delle consonanti soffiate assolutamente impeccabili. Dotato di normativa CE viene distribuito da Audio Graffiti.
Audio Lai,Fabers Cable, Lahò,AGD
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Nella sala Audiolai un bel diffusore a dipolo con due woofer da 15 pollici, una tromba grande che caricava la gamma media ed una più piccola per la gamma altissima. I driver erano entrambi a compressione.Il suono mi è piaciuto, con un basso ben smorzato, ma con il sassofono che sembrava a volte suonare ad una quota da terra notevole.
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Nella sala Faber’s Cables suonavano dei diffusori Zellaton notevoli per stage ed impatto sonoro, anche se leggermente esaltati in gamma altissima.
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Nella sala di HiFi United e Audio Group Denmark suonavano le Axxess, alimentate dalle belle elettroniche dello stesso costruttore che fa parte dello stesso gruppo che comprende Børresen, Aavik e Ansuz. Belli i diffusori Axxess, notevoli per dimensione e scena orizzontale, anche se l'acustica generale non era granché.
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La sala Lahò non mi è piaciuta da morire, ma era decisamente avanti rispetto ai tanti diffusori ascoltati al Roma HiFi nelle salette piccole al piano +1. Molto interessanti gli assorbitori posti ai lati. Nella foto qui in alto sto guardando proprio quelli.
Conclusioni Gran Galà di Roma
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Dal punto di vista strettamente acustico il Gran Galà mi è piaciuto molto, sia per la diversità delle scelte e del disegno dei vari diffusori che per la resa in ambiente molto accurata. Molti costruttori sono andati ben oltre le mode e le musiche troppo semplici del momento ed hanno “osato” passare brani ad una buona dinamica, aiutati in vero anche dalla dimensione più che favorevole delle sale.
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Quella che mi è piaciuta di più certamente è stata la passione e l’attenzione per la musica, al di la del marketing sfrenato e delle operazioni commerciali a volte discutibili.Questa in realtà è l’alta fedeltà che mi piace, senza tener conto ovviamente dei prezzi assolutamente esagerati, come buona pratica odierna.
Appuntamento per tutti al Gran Galà dell'Alta Fedeltà che si terrà a Padova sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre:
www.grangaladellaltafedelta.com
Tutti i reportage e i video della redazione su Gran Galà e Roma Hi-Fidelity sono a questo indirizzo.:
www.avmagazine.it/link/1